L’ingrediente mancante

(Foto di ESB Professional/Shutterstock.com)

La scienza, esaminando l’uomo, tende a specializzarsi nel dettaglio perdendo un fattore di tremenda importanza: l’uomo stesso. Si specializza nello spicchio, perdendo di vista l’arancia intera. La specializzazione è diventata indispensabile nell’era moderna. Concentrarsi sulla materia, studiarla con estrema cura finché non abbia più segreti, osservandone aspetti e funzioni ed applicandola alla vita con invenzioni e scoperte strabilianti è il prezzo del progresso. La specializzazione è sacrosanta quando si conosce bene la materia in cui si è specializzati, altrimenti è un imbonimento o una truffa.

Esaminando il comportamento dell’uomo, la scienza tende a concentrarsi sul cervello, una materia pressoché sconosciuta. Rita Levi Montalcini affermava che se ne conosce, a mala pena, la terza parte e Albert Einstein scriveva che se ne conosce ancor meno. Quindi una specializzazione sul cervello può sembrare quanto meno sospetta se comparata, per esempio, a una specializzazione in traumatologia.

Se il cervello fosse un computer, avremmo solo una vaga idea dell’hardware. Il software resterebbe sconosciuto di fronte a variabili come, ad esempio, le emozioni. Ma, grazie a Dio, non siamo dei computer e c’è ancora libertà di piangere, di ridere e di pensare. Se la scienza non ha ancora ben capito quali sono le cause che determinano gli effetti, nell’uomo, a chi si può chiedere cos’è l’uomo e perché si comporta così? A lui stesso, ovviamente. Non all’uomo nei libri della psicologia a buon mercato, ma a lui stesso o a lei stessa: Mario o Maria.

Mario/a, fin da piccolo/a, da risposte semplici e genuine su com’è, cosa vuole e quali sono i suoi sogni. Risposte sincere e valide a configurare il suo universo. Il suo comportamento verso gli altri, per la maggior parte, è onesto ed etico nel perseguimento degli obiettivi per la sua vita.

Però, quando si trova di fronte a emozioni come la tristezza, la paura o l’ansia, Mario ha la tendenza a non essere più logico, a reagire impulsivamente piuttosto che a seguire il giusto e innato comportamento che lo guida a superare le barriere verso la felicità a cui aspira. Allora può assumere un comportamento fuori dal normale, magari aggrappandosi a una droga o dandoci dentro con l’alcol. Questo comportamento, a lungo andare, lo squalifica di fronte alla sua famiglia, ai suoi amici, alla società. Mario è fuori dal gioco.

Un comportamento fuori dal normale richiede cure fuori dal normale

Questo è il motto psichiatrico, non enunciato in pubblico, che dall’alba dei tempi devasta il genere umano. Fin dagli antichi egizi, la curiosità morbosa degli specialisti del cervello ha sfondato il cranio delle persone “fuori dal normale” per vedere cosa non andava nella loro testa.

Nel secolo scorso, l’energia elettrica ha preso il posto della mazza. Lo shock elettrico non spargeva sangue, ma sbatteva il malcapitato, con una scossa insopportabile, nell’incubo della smemoratezza di se. Gli psicofarmaci fanno la stessa cosa, chimicamente. Oggi, alla chimica e allo shock elettrico si è accodata la stimolazione-magnetica-transcranica-ripetitiva che promette guarigioni miracolose, come i suoi illustri predecessori.

Cervello, cervello, cervello, cervello… un totem misterioso verso cui fare offerte e sacrifici. Una materia, per la maggior parte sconosciuta, innalzata sull’altare divino dei camici bianchi. Il cervello sarebbe in grado di fornirci emozioni che modificano il nostro comportamento. È così, infatti, quando viene bombardato dalla chimica e dall’energia elettrica: un cervello robot.

Per fortuna, emozioni e comportamento non dipendono dal cervello, ma da quanto l’uomo è in grado di osservare con accuratezza il momento presente, senza lasciarsi intrappolare dal passato. Il massimo del controllo e della responsabilità si ha quando ogni cosa è visibile al massimo. Chiedetelo a qualsiasi pilota abbia vinto qualcosa.

La soluzione per una nuova vita

Viviamo sicuramente in tempi difficili e la prova più evidente di questo è la fiducia tra gli uomini che sta continuamente scemando. Questo lo hanno capito in tanti. Tra questi, alcuni si rimboccano le maniche per far sì che non avvenga un ulteriore declino, altri si arrendono, schiacciati dal peso dell'immoralità, alcuni fuggono in un'altra realtà creata dalle droghe e dall’alcol. Non vogliono vedere!

L'alcol e la droga sono solo scappatoie dai pericoli e dalle difficoltà che la vita ci mette di fronte. Queste sostanze non sono il problema vero e proprio, sono conseguenti a una serie di problemi mai risolti, rimasti lì come sacchi dell'immondizia sul ciglio della strada, a marcire, con la speranza che qualcuno arriverà a toglierli. Il tossicodipendente non è nient'altro che uno spettatore legato ad una routine che non gli permette di partecipare davvero. Per quanto riesca a “sopravvivere” non riuscirà mai a partecipare.

Narconon è un programma di riabilitazione da droghe e alcol che non utilizza né farmaci né energia elettrica per ridare vita a chi l’aveva perduta. Basato sulle ricerche e le scoperte dell'educatore L. Ron Hubbard, Narconon è un programma pratico e relativamente breve per la riabilitazione di chi ha usato droghe o alcol, dove l’osservazione e la partecipazione sono i maggiori obiettivi da raggiungere, per una nuova vita sana, sobria e felice.

AUTORE

Ugo Ferrando

Nel 1974 ha introdotto i metodi di miglioramento sociale di L. Ron Hubbard in Italia e da oltre un quarto di secolo è il portavoce del Narconon Sud Europa.

NARCONON FALCO

PREVENZIONE ALLA DROGA E RECUPERO DALLA TOSSICODIPENDENZA